Questa sera Boosta ha ospite Roberto 'Freak' Antoni mitico leader degli Skiantos. Con lui si discute del movimento punk, soprattutto italiano ricordando alcuni momenti non proprio esaltanti del gruppo. Inoltre per Roberto Freak Antoni: "Il demenziale è stato la via italiana al...
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Questa sera Boosta ha ospite Roberto 'Freak' Antoni mitico leader degli Skiantos. Con lui si discute del movimento punk, soprattutto italiano ricordando alcuni momenti non proprio esaltanti del gruppo. Inoltre per Roberto Freak Antoni: "Il demenziale è stato la via italiana al punk. Ha aggiunto alla contestazione in negativo (no future) del movimento punk ribelle e determinato, una sana dose di ironia". Insieme presentano il documentario 'Kill your idols': documentario musicale sulla scena punk e post-punk newyorkese dal finire degli anni '70 ad oggi. Con Suicide, Yeah Yeah Yeahs, Theorical Girls, DNA, Liars, Teenage Jesus and the Jakers, Gogol Bordello, Sonic Youth, Flux Information Sciences, Lydia Lunch, Black Dice, Swans, A.R.E. Weapons, Foetus, Glenn Branca.
Il breve documentario (75') può idealmente essere diviso in due parti: nella prima vengono presentate le band che danno vita, nella New York degli anni ottanta, al movimento post-punk che si riconosce sotto il nome di "No Wave" e del suo, ritenuto ultimo, rigurgito nei primi anni del terzo millennio; nella seconda parte si interrogano i vari protagonisti sulla scena attuale (2004).
Dai Suicide passando per Teenage Jesus, Lydia Lunch, Theoretical Girls, con i Sonic Youth a fare da collegamento per la seconda ondata con Yeah Yeah Yeahs, Liars, Black Dice, Gogol Bordello. La tesi che emerge dopo tutta la carrellata è più o meno la solita: i pionieri del genere erano spinti da un bisogno esistenziale e genuino mentre oggi l'attenzione è rivolta all'immagine, alla moda, che distorce il mito e l'essenza originale.
Il motivo principale del cambiamento? Sono cambiate le dimensioni: all'inizio c'erano dei giovani nichilisti metropolitani che volevano sfogarsi, creare qualcosa di nuovo nei piccoli spazi dei locali newyorchesi, oggi c'è un'industria che richiede materiale e muove i suoi tentacoli fra le band per far più soldi possibile.
Lo schema adottato nel documentario è un classico interviste-alternate-a-materiale-storico e, sinceramente, non di grandissima qualità come repertorio, ma se si vuole un bignami sul genere va bene.
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