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(sito rai) - L’ Europa ha una moneta unica, ma probabilmente non avrà mai una lingua unica. Qualcuno aveva proposto di usare l’esperanto adducendo una serie di buoni motivi come l’enorme risparmio dei costi di traduzione o la riduzione delle controversie dovute ad una cattiva...

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(sito rai) - L’ Europa ha una moneta unica, ma probabilmente non avrà mai una lingua unica. Qualcuno aveva proposto di usare l’esperanto adducendo una serie di buoni motivi come l’enorme risparmio dei costi di traduzione o la riduzione delle controversie dovute ad una cattiva interpretazione. Invece a Bruxelles e a Strasburgo, le lingue ufficiali riconosciute, cioè quelle in cui sono tradotti tutti i documenti, sono ben 23; maltese, basco, gaelico, catalano e il fiammingo compresi. D’altra parte per l’Unione europea, l’uso delle lingue parlate dai suoi cittadini è uno dei fattori che contribuiscono a rendere l’istituzione più democratica e trasparente. Ma se il basco o il gaelico sono lingue ufficiali dell’Europa, i bretoni, gli occitani, i gallesi, i galiziani, i friulani e anche i sardi potrebbero ben recriminare. Si calcola infatti che ben 40 milioni di cittadini dell’Unione usino regolarmente una delle 60 lingue definite regionali o minoritarie. Solo nel nostro paese i linguisti segnalano la presenza di almeno 30 di queste lingue parlate da una minoranza. Dall’albanese, usato in molte regioni del sud, al franco provenzale della Valle d’Aosta; e alcune Valli Piemontesi, al Catalano di Alghero o l’Occitano di alcune zone del Piemonte e della Liguria. E attenzione stiamo parlando di lingue non dialetti perché se scendiamo a livello dei dialetti ecco che la torre di Babele si innalza ancor di più. Una decina i dialetti classificati solo in Piemonte, una ventina in Lombardia, una quindicina nella stessa toscana, la patria della lingua italiana, una mezza dozzina in Campania e in Sicilia. Veneto e Calabria le regioni dove si usa più il dialetto ma l’italiano ormai prevale, sia in famiglia che tra gli amici, in tutto il resto del paese. Sono i pensionati e casalinghe a mantener vive le lingue locali mentre tra i giovani italiani solo l’1% utilizza il dialetto quotidianamente.

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