(sito rai) - Quarantanni fa erano un riferimento per i loro coetanei di tutto il mondo. Siamo realisti, chiediamo limpossibile uno degli slogan con cui i ragazzi del quartiere latino lanciarono un programma affascinante. Durante un anno - il 1968 in cui mettere in...
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(sito rai) - Quarantanni fa erano un riferimento per i loro coetanei di tutto il mondo. Siamo realisti, chiediamo limpossibile uno degli slogan con cui i ragazzi del quartiere latino lanciarono un programma affascinante. Durante un anno - il 1968 in cui mettere in discussione le certezze delle generazioni precedenti sembrava un obbligo, a tutte le latitudini. Adesso invece sono diventati i più pessimisti del mondo, almeno secondo unindagine internazionale condotta tra i giovani di età compresa fra i 16 e i 29 anni da una fondazione di Parigi. Solo uno su quattro degli intervistati qui in Francia ritiene di avere, di fronte a sé un avvenire promettente. Una percentuale ben inferiore a quella della Svezia dove gli ottimisti sono sei su dieci o degli Stati Uniti. Ed invece decisamente simile ahimè allopinione dei giovani italiani, altrettanto scettici sulla speranza di trovare un lavoro soddisfacente. Già, la disoccupazione e anche qui il problema numero uno. Fra le cause sostiene lindagine un sistema educativo troppo rigido, interessato più alla graduatoria degli studenti che già alle elementari conoscono il proprio posto nella classifica classe che allaggiornamento dei programmi. In pratica chi cerca di trovare da sé il proprio posto nella società , sovvertendo le gerarchie già predeterminate, rischia di essere considerato un alieno. Eppure ce chi prova comunque, come Antoine, impegnato in unazienda di ristorazione, la quarta iniziativa commerciale che ha lanciato nel giro di pochi anni.
Soltanto una e fallita, ed e quella da cui ho imparato di più.
Il problema più difficile e la ricerca di finanziamenti da parte delle banche, perché in Francia non si accetta e non si considera linsuccesso come una parte dellesperienza di creare unimpresa. Per chi viene dalle periferie già lindirizzo da mettere sul curriculum vitae talvolta diventa un problema. Abitare in una banlieue non e una referenza ed allora ci sono programmi per aiutare la creazione di imprese come quella fondata da tre segretarie dazienda direttamente lì. Esenzioni fiscali ed altre agevolazioni in cambio dellassunzione di buona parte dei dipendenti sul territorio
anche per Fatiha, che gestisce un negozio di artigianato, e Nathalie, che ha avviato un centro estetico, gli inizi non sono stati facili, essendo donne ed in più una minoranza. Eppure gli affari vanno bene : lei si e comprata anche il negozio di fronte, che e diventato una rivendita di ..La fantasia non sarà arrivata al potere ma comunque ce chi non rinuncia a metterla in campo, fra i molti giovani che continuano a popolare la Francia anche quarantanni dopo il 68.
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