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Genitore rassicurato, cliente guadagnato

Come comportarsi con social network, telefonini, videogiochi? Che cosa fare se tua figlia di 12 anni vuole farsi il profilo su Facebook? E con il bambino che passa ore a giocare a Call of Duty?

Sono domande attualissime, che si pongono ogni giorno genitori, insegnanti ed educatori. Diffidando dalle risposte facili e definitive, che riducono la questione a slogan di rifiuto totale o all'accettazione senza regole, la linea da seguire ci sembra quella dei suggerimenti mirati, che uniscono consapevolezza di ciò che si ha davanti, dialogo e buon senso educativo.

Su questa linea si colloca da oltre un anno il portale "Infamiglia" dedicato ai genitori che vogliano ridurre il gap digitale con i figli e aspirare a quella "saggezza digitale" di cui parla Marc Prensky.  Cinque temi principali (social network, motori di ricerca, cellulari, musica foto e video, videogiochi), ognuno strutturato in tre parti: che cosa sono, cosa devo sapere, cosa posso fare. Nella prima si danno informazioni chiare e veloci per definire ciò di cui si sta parlando; nella seconda si elencano i rischi relativi al tema (cyberbullismo, sexting, dipendenza da videogiochi ecc...); nella terza si trovano alcuni "casi esemplari", sotto forma di narrazione, seguiti da una breve analisi e i suggerimenti su come si potrebbe agire.

Quest'ultima sezione è un punto di forza del sito: concreta, con suggerimenti mirati e soprattutto ricca di buon senso educativo. Altra nota di merito sta nell'aver inserito i motori di ricerca tra le sezioni principali: se dei pericoli di Facebook, videogiochi o del cyberbullismo ormai parlano tutti - non sempre a proposito -, più raramente si ragiona sull'educare i ragazzi a fare ricerche su Google o a selezionare le informazioni di Wikipedia.

Poca visibilità viene invece data alle opportunità e vantaggi offerti dalle nuove tecnologie: se ne parla tra le righe (ad esempio, suggerendo di conoscere i contenuti gratuiti presenti in rete su siti come Liber liber o Project Gutenberg), ma scorrendo i link delle sezioni "Cosa devo sapere" si leggono solo rischi e pericoli.

Il sito, comunque, punta a rassicurare: il suggerimento è quello di stare accanto ai ragazzi mentre navigano o videogiocano, facendosi aiutare da loro nella scoperta delle tecnologie. Un messaggio analogo a quello lanciato alcuni anni fa da lo spot ministeriale “ti 6 connesso”: solo che qui arriva da una marca di telefonini. Nulla di cui stupirsi: genitore rassicurato, cliente guadagnato (sul pagina face book di Gazzetta ulteriori link di approfondimento).

 

Giuseppe Masengo

 



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