Svizzera: federalismo religioso

TGR Buongiorno Europa   (RAI 3) 10/01/2010  11:15 Servizio Informativo
Tematiche: Religiosità, Islamismo, Altre religioni, Scuola, Formazione, Didattica, Insegnante, Conflitto, Politica, Riforma, Cultura, Integrazione

(sito rai) - A Zurigo, il minareto della moschea di Mahmud svetta tra le case del quartiere di Balgrist dal 1963. In tutta la Svizzera ne esistono solo altri 3. Quello di Wangen è stato inaugurato appena un anno fa e resterà l’ultimo. A deciderlo il referendum che nel novembre scorso ha vietato la costruzione di nuovi minareti. A distanza di due mesi l’esito del voto continua a far discutere in un Paese che è bi confessionale fin dalle origini.. Roland Campiche - docente sociologia delle religioni - Università di Losanna “Sembra di rivedere oggi con i musulmani i conflitti che si sono avuti nel XIX secolo tra cattolici e protestanti e che sono furono risolti lasciando ai cantoni il compito di regolare i rapporti religiosi, proprio per rispettarne la diversa identità storica.” In Svizzera la libertà di culto è un diritto sancito dalla Costituzione già nel 1847. La neutralità dello Stato garantisce da 150 anni la pace religiosa. Roland Campiche - docente sociologia delle religioni - Università di Losanna “E’ stato soprattutto con l’esodo dalle campagne, quando i cattolici, che abitavano nei cantoni rurali, hanno cominciato a emigrare nei cantoni urbani protestanti - in grandi città come Zurigo, Ginevra, Berna - che si è avvertita la necessità di regolare i rapporti tra le religioni. E’ così che ancor oggi ogni cantone è organizzato in modo diverso. A un estremo ci sono Ginevra e Neuchatel - dove la separazione tra Chiesa e Stato è totale. Dall’altro cantoni come Berna, per esempio dove si può dire che ancora oggi la Chiesa riformata è del tutto incorporata nello Stato.” Ogni cantone organizza in autonomia anche l’insegnamento religioso, in alcuni casi affidandosi alle Chiese locali. Quello di Ginevra è l’unico dove la religione non è materia scolastica. In molti cantoni da qualche anno è stato introdotto un insegnamento aconfessionale. A Zurigo dal 2008 si chiama lezione di “cultura e religione” ed è obbligatorio. Franz Stampali - portavoce del vicariato episcopale - cantone di Zurigo “Obbligatorio l’insegnamento religioso lo è stato anche in passato, ma la maggioranza dei cattolici chiedeva l’esonero per i propri figli perché quello che si insegnava era di fatto il protestantesimo. Essendo i cattolici quasi metà della popolazione bisognava trovare una soluzione. E la soluzione è stata limitarsi a dare informazioni SULLA religione ed educare al rispetto, mentre la catechesi non è compito dello Stato né della scuola. Nella sostanza questa materia esiste già da 20 anni… anche se oggi si è più aperta ad altre religioni, come l’islam”. Manuela Huber - insegnante di religione “Per i ragazzi a volte non è facile capire il perché di queste lezioni di “Religione e Cultura”, in cui devono studiare anche l’Islam o il Giudaismo.. Dicono: Perché devo farlo? Io ho già la mia fede. Bisogna spiegargli che la fede non c’entra nulla, che qui si parla di come funziona un sistema religioso.” A Losanna una commissione interreligiosa ha elaborato testi e programmi che sono stati adottati anche da altri cantoni di lingua francese. Ai genitori resta la possibilità di esonerare i figli dalle lezioni, ma la richiesta non viene accolta in modo automatico. Jean-Robert Allaz - vicario episcopale - Cantone di Vaud “Deve essere discussa con il dipartimento dell’istruzione pubblica perché in partenza si ritiene che anche per gli alunni di altre confessioni o che provengono da famiglie laiche sia comunque importante conoscere il contesto religioso in cui vivono.” In Svizzera i cattolici sono oggi il 41% della popolazione, i protestanti il 35%. Cresciuta di 10 volte negli ultimi 20 anni è la percentuale di chi si dichiara senza appartenenza religiosa, pari oggi all’11%. I musulmani sono la terza comunità religiosa. L’insegnamento dell’islam nella scuola pubblica è presente - dal 2002 - nel solo cantone di Lucerna. Anche in questo caso vale il principio dell’autonomia dei cantoni e della parità di trattamento per tutte le religioni. Fritz Oser - docente di pedagogia - Università di Friburgo “La società oggi è così mescolata che di fatto ci sono solo due modelli possibili. O un insegnamento religioso universale, cui poi ognuno affianca quello delle singole religioni. Oppure si elimina questa materia generale e rimangono solo le lezioni confessionali. L’alternativa è creare una materia battezzata - poniamo -“etica” - e che in pratica sostituisce la religione. Personalmente però trovo sbagliato quando a livello politico si dice “niente più religione a scuola” perché così si elimina la possibilità che le persone stiano insieme e che le diverse esperienze religiose si incontrino.” Il rischio denunciato dalle Chiese storiche è quello dell’analfabetismo religioso. Un timore in apparenza condiviso anche dall’opinione pubblica. Secondo alcuni studi l’80% degli svizzeri ritiene importante l’insegnamento religioso, anche se personalmente non è praticante o ha addirittura abbandonato la Chiesa.

> Autori: Trussoni Ezio, Pardini Paolo, Costa Alessandra
> Interpreti: Pardini Paolo, Campiche Roland, Stampali Franz, Huber Manuela, Allaz Jean-Robert, Oser Fritz
> Produzione: Rai
> Anno: 2010
> Origine: Italia
> Approccio: Informativo
> Target: Tutti
> Importanza: Non fondamentale
> Con testimonianze: si
> Con statistiche: no
> Durata: 5'
> Web: tgr buongiorno europa
> Note: in streaming la puntata
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